Come scegliere la previdenza complementare

Una volta presa coscienza del fatto che bisogna occuparsi del proprio futuro previdenziale, uno dei momenti più complessi è la scelta del piano di previdenza complementare. Ho visto molte persone bloccarsi a questo punto per paura di non saper scegliere o di non fare la scelta giusta.

Voglio quindi dare qualche linea guida per orientarsi e tranquillizzare tutti dicendo che non si tratta di scelte definitive e non modificabili.

Iniziamo col fare una differenza tra i lavoratori dipendenti e tutte le altre tipologie di lavoratori, in cui rientrano gli autonomi, ma anche chi non ha ancora un lavoro o chi si dedica alla cura della propria famiglia. La previdenza complementare è aperta a tutti e può essere intesa sia come pensione integrativa per chi avrà una pensione obbligatoria sia come pensione unica per chi non riceverà alcun assegno pensionistico dalla previdenza sociale.

Per i lavoratori dipendenti la prima opzione da valutare è il fondo pensione di categoria. Ogni contratto collettivo individua un fondo pensione chiuso, cioè riservato ai dipendenti a cui si applica quel determinato contratto. Solitamente sono molto meno costosi dei fondi aperti e hanno buone performance. L’ulteriore vantaggio è che, se si decide di far confluire al fondo il proprio Tfr, insieme a una contribuzione volontaria si avrà diritto a un’ulteriore contribuzione a carico del datore di lavoro, che altrimenti non si percepirebbe.

Per tutti gli altri che non sono lavoratori dipendenti e che di conseguenza non hanno Tfr e fondi di categoria, la scelta sarà tra fondi aperti e PIP. I primi sono gestiti solitamente da banche o società di gestione del risparmio mentre i secondi sono gestiti da compagnie di assicurazione. Mediamente i PIP sono più costosi dei fondi aperti.

Invito a fare molta attenzione all’aspetto dei costi di gestione perché eroderanno il capitale accumulato e nel tempo possono diventare una voce importante. Il sito della Covip permette di confrontare, per tutti i fondi presenti sul mercato, l’ISC, ovvero l’indicatore sintetico di costo.

Altro aspetto da tenere in considerazione è la linea d’investimento da scegliere. Troppo spesso assisto a scelte prudenziali che nel lungo periodo sono sicuramente le meno efficienti. La regola da tenere a mente è che più lontani si è dalla pensione più alta deve essere la componente azionaria all’interno della linea d’investimento. Lungo la vita, man mano che ci si avvicina all’età della pensione, si cambierà l’allocazione passando dapprima a un profilo più bilanciato e poi, negli ultimi anni, a un comparto garantito.

Queste semplici linee guida ti permetteranno di cominciare a districarti all’interno della vasta offerta di fondi pensione e a operare le tue scelte più serenamente.



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