La checklist per chi vuole aprire un nuovo business

In questo articolo voglio dare qualche dritta a chi ha intenzione di aprire un business tutto suo, magari trasformando una passione in lavoro. Non sarò certo io a smorzare l’entusiasmo per la filosofia del momento: YOLO, You only Leaves Once. Ma è necessario avere una piccola bussola per non cadere subito in facili errori e perché, diciamolo a chiare lettere, l’entusiasmo non basta, serve preparazione e programmazione.

1. Imparare e studiare

Sembrerà banale, ma una passione di per sé non basta per impostare un business. È necessario studiare e aggiornarsi (ci sono corsi online di qualsiasi tipologia e puoi trovare utili informazioni rivolgendoti alla Camera di Commercio della tua città). Per determinate tipologie di attività è necessario acquisire apposite qualifiche, pena l’impossibilità di operare: per esempio per un centro estetico o un ristorante è necessario essere “abilitati” frequentando scuole e/o corsi appositi.

2. Analizzare il mercato a cui ci si rivolge e il contesto in cui si intende operare

Sei innamorata dello svezzamento alternativo, hai faticato tantissimo a trovare farine particolari quando eri in quella fase con il tuo bambino e adesso che hai acquisito un sacco di conoscenze in quest’ambito vuoi aprire un negozio dove tenere anche corsi di svezzamento con operatrici del settore.

Questo è un caso che mi è realmente successo in una delle mie tante video consulenze. Alla mia domanda “dove vuoi aprire questo negozio?”, la ragazza fin lì molto entusiasta, mi disse che non era interessata al commercio on-line e che per comodità lo avrebbe aperto vicino a casa, in un paesino sperduto nei monti con poche migliaia di abitanti, dove la presenza di mamme e, per di più, di mamme interessate allo svezzamento alternativo era decisamente bassa.

Quindi non basta una buona idea, non basta l’entusiasmo, ma è necessario costruire un mercato di riferimento che possa apprezzare il nostro business.

3. Scegliere la giusta forma giuridica per il tuo business

Inutile costituire una Srl se hai intenzione di aprire un piccolo negozio di fiori. Il costo amministrativo sarebbe troppo elevato, e il rischio dal quale la SRL ti protegge inutile per un business a bassissimo rischio. Nelle scorse puntate avevo analizzato diverse tipologie giuridiche (forfettario, società di capitali o società di persone ..), ma in questo la tua commercialista o il tuo commercialista di riferimento ti saranno d’aiuto.

4. Promuovere la propria attività

Che la pubblicità sia l’anima del commercio lo sappiamo da oramai diversi decenni, ma ora a farla da padrone sono i social network, ed è abbastanza imprescindibile – per determinate tipologie di business - essere presenti online. Anche professioni come quella del commercialista (e io ne sono un chiaro esempio) si sono lanciate sui social network, quindi che ti piacciano o no, Instagram e Facebook sono parte del gioco.

5. Farsi finanziare

Se si parte da zero è necessario trovare il modo di finanziare il proprio business: investendo una parte – non tutto – del tuo TFR, oppure chiedendo un prestito a parenti o a una banca. Certo, ci sono anche diversi bandi (comunali, regionali o statali) da monitorare, ma non illudiamoci che i soldi arrivino perché abbiamo le caratteristiche di un bando, per quel tipo di fortuna c’è solo il gratta e vinci.

6. Monitorare i conti

Fare un minimo di programmazione finanziaria è poi un altro capitolo dal quale chi apre un business non può esimersi: spesso mi capita di sentire imprenditrici e imprenditori dire che i conti non fanno per loro, che loro amano la parte creativa e commerciale ma l’amministrazione zero e la lasciano in mano al commercialista. Niente di più sbagliato. L’impresa è tua e te la gestisci tu (un po’ come il famoso motto femminista). Il commercialista può essere un tuo valido partner ma l’azienda e la sua sanità finanziaria è un tuo onere e una tua responsabilità.

7. Consiglio non richiesto

La tua passione può rimanere tale e tu puoi serenamente continuare a svolgere un altro lavoro, magari da dipendente, dove però puoi trovare al pari soddisfazione, perché fare bene un lavoro, qualunque esso sia, ci gratifica e ci rende utili per quell’azienda e per noi stessi. Non necessariamente una passione, per essere tale, deve farci guadagnare. Se invece vuoi farla diventare un lavoro, allora non abbatterti alla prima difficoltà, perché ce ne saranno diverse da affrontare. L’importante è fare sempre bilanci (alla fine del mese, dell’anno o del periodo che ti sei concessa per raggiungere i tuoi obiettivi), cambiare strada senza paura laddove tu lo ritenga necessario, piangere e poi sorridere di un errore perché è solo grazie a quell’errore che sei più forte di prima.



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