A proposito di figli e spese universitarie

Il mio intervento di questa settimana è un pò diverso dal solito: non rispondo alla domanda di uno di voi, ma prendo spunto da quello che è successo dopo la pubblicazione della mia risposta ad Antonella, mamma preoccupata del disaccordo con il marito riguardo la scelta di finanziare o meno l’università al figlio. In molti ci avete scritto – alcuni su Instagram, altri inviandoci un’email – e sono proprio i vostri feedback a darci l’occasione di riflettere insieme su 3 grandi temi.

La combinazione soldi + figli è un mix esplosivo!

Le scelte legate ai soldi che spendiamo per i nostri figli riflettono ciò in cui crediamo come genitori: spendere o meno i nostri soldi per dare ai figli una determinata cosa è uno dei modi in cui trasmettiamo loro i i nostri valori. È normale che ci sia disaccordo tra i genitori su determinate scelte, e se consideriamo che gli anni dell’università sono gli anni del distacco del figlio dalla famiglia (più o meno graduale), è facile capire perchè tutto quello che li riguarda è così carico di implicazioni ed emozioni!

E se allarghiamo il cerchio al di fuori dei genitori, le occasioni di disaccordo aumentano in modo esponenziale – e anche questo è normale: il punto di partenza delle nostre opinioni sono le nostre conoscenze, le nostre esperienze e i nostri obiettivi – e questa combinazione è diversa per ognuno di noi.

Le soluzioni che non fanno parte della nostra cultura non sono accettabili.

I figli che aprono un mutuo per andare all’università è un po’ un’ “americanata”, da noi non si fa. È vero. Ma questo vuol forse dire che è sbagliato parlarne?

La situazione che Antonella ha portato alla nostra attenzione è quella di 2 genitori che parlano dell’aspetto finanziario dell’università del figlio - perchè non possono prendere in considerazione anche soluzioni poco comuni? Questo non vuol dire che quella sarà la scelta finale (probabilmente difficile da implementare proprio perché ancora non disponibile, o non permessa), ma il fatto che uno dei genitori la proponga mostra chiaramente che vede in essa un modo per esprimere ciò in cui crede – e l’esercizio che ho suggerito ad Antonella ha proprio l’obiettivo di capire che cosa rende quella scelta la preferita del marito, che cosa vuole ottenere, quali sono i suoi valori (per esempio, responsabilizzare il figlio).

Come si fa negli esercizi di brainstorming, mettere sul tavolo molte opzioni serve per arrivare alla soluzione migliore – e avere un filtro in entrata non aiuta.

Non siamo abituati a essere in aperta conversazione sul tema dei soldi.

Forse non ce ne rendiamo conto, ma in modo inconscio siamo abituati a pensare alle scelte come al risultato di un percorso logico, razionale e lineare. Ma così non è! Se lo fosse, non sarebbe così complicato: basterebbe fare tutti i passaggi in ordine... et voilà! E invece no – entrano in gioco le emozioni, la necessità del dover prendere spesso decisioni condivise, quanto ci sentiamo a nostro agio nell’esprimere le nostre opinioni, il disagio generato dal disaccordo... È per questo che è importante imparare a stare in una conversazione aperta sul tema dei soldi, imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni lungo tutto l’arco di tempo necessario per arrivare alla scelta.

Fare quello che ha fatto Antonella – chiedere aiuto e consigli lungo il percorso – è molto utile, e vi invitiamo a fare la stessa cosa. Noi di Rame siamo qui, pronti a supportarvi in ogni fase del percorso.



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Giacomo Traldi

Giacomo Traldi is a freelance graphic designer. His work focuses on both print and digital editorial projects, visual identities and video making. Based in Milan, he has collaborated with Studio FM Milano, Leftloft, Tomo Tomo and the publishing houses Periodici San Paolo and Mondadori. He studied Communication Design at Politecnico di Milano and at Rhode Island School of Design.

https://www.giacomotraldi.com
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